Un viaggio nel cuore di una terra antica come il tempo, tra storia, leggende, resti megalitici di specchie, dolmen, menhir e monumenti racchiusi in una lingua dal fascino seducente e dal suono ammaliante: il griko.
42 chilometri e 195 metri nel cuore della Grecìa salentina, sulle tracce della Magna Grecia, culla di civiltà e incontro di razze, culture e popoli.
Dalla Grecia alla Grecìa seguendo il mito e la maratona, a distanza di 2500 anni il sogno e l’impresa rimangono immutati.
Domenica 30 OTTOBRE 2022 il Salento ospiterà la terza edizione della Maratona della Grecìa salentina, organizzata dall’Asd La Mandra con il patrocinio della Fidal, del Coni, della Regione Puglia e dell’Unione dei Comuni della Grecìa salentina, con partenza da Calimera e arrivo nella stessa.
Un viaggio sulle tracce di Filippide, l’emerodromo che annuncia la vittoria, sognando di poter urlare come lui al mondo: “Νενικήκαμεν”, (abbiamo vinto).
Perché la corsa è una storia da copiare, come amanuensi della fatica, un ritmo ancestrale che pulsa nelle orecchie, un tamburellare di passi che vibrano sulla strada. Voci, urla e applausi che si mischiano alla melodia dei chilometri percorsi e dei respiri, come in una canzone suonata all’infinito.
Oggi, come allora, per ogni maratoneta gli stessi passi e la stessa distanza, le stesse emozioni e la stessa gioia infinita.
La maratona partirà e si concluderà nella piazza del Sole, nel cuore di Calimera, le cui origini elleniche spiccano anche nel nome, che in griko significa “buongiorno”. Greca è la stele funeraria del IV secolo a.C. che si erge nel verde dei giardini pubblici dando il benvenuto agli “stranieri”, simbolo dell’antica e sacra ospitalità greca, così come la Chiesa sulle cui rovine sorge la matrice dedicata al patrono San Brizio, che si affaccia sulla piazza, pronta a salutare i maratoneti alla fine della loro corsa, all’ombra del campanile puntato verso il cielo come un dito alzato in segno di vittoria.
Lasciata Calimera, i podisti attraverseranno la nobile Martano (Martana), ammirando il Palazzo baronale, un tempo castello aragonese, nobile e severo nella sua facciata seicentesca, e le vie del centro storico in direzione di Carpignano Salentino (Karpignàna)
Antica come il tempo con i suoi menhir è posta sulla Via Traiana Calabra, un’antica strada romana che costituiva il prolungamento della Via Traiana e collegava Brindisi a Lecce e Otranto.
Quarta tappa nel fascino e le origini leggendarie di Castrignano de’ Greci (Kastrignàna) per il passaggio alla mezza maratona, dove sull’imponente castello, “fortis indomitu”, troneggia un’iscrizione dal carattere sinistro: “procul Thaumantia proles dulcior cum pulvere palma ne quid invita Minerva (state lontano, figlie di Taumante, la palma della vittoria è più dolce con la polvere, affinché tu non faccia niente contro la volontà di Minerva), che sembra rivolta ai guerrieri-podisti.
Poi Melpignano (Lipignana), attraversando l’imponente piazza antistante l’ex chiesa e convento degli Agostiniani (un capolavoro architettonico progettato dall’architetto leccese Giuseppe Zimbalo), dove ogni estate si tiene il concertone finale della Notte della Taranta, e piazza San Giorgio, antica sede di un importante mercato, caratterizzata da portici con volte a botte circolari.
Tappa successiva l’imponente Corigliano d’Otranto (Choriàna), celebre per il suo Castello de’ Monti “il più bel monumento di architettura militare e feudale del principio del Cinquecento in Terra d’Otranto” e la Porta Sud, denominata Caporta (dal griko cau+porta, “porta sud”), con il motto “Invidia inopia fa”, monito perpetuo agli invidiosi e rancorosi.
Si prosegue alla volta di Soleto: città di macàre e stregoni, demoni e folletti, alchimisti e illusionisti, uno dei luoghi più magici ed esoterici del Salento e dell’intero meridione. Un gioiello impreziosito dalla splendida guglia alta quasi quarantacinque metri, una torre a pianta quadrata molto slanciata (il lato di base misura appena 5,2 metri), composta da cinque ordini architettonici, impressa sulla medaglia che i maratoneti riceveranno al traguardo.
Poi l’arrivo a Sternatia, la splendida Chóra, con il suo campanile che spicca da lontano come un indice in segno di vittoria, tra tracce di un passato antichissimo, chiese e palazzi baronali e la meraviglia del Convento e chiesa dei Domenicani.
Lasciata Sternatia i maratoneti proveranno a conquistare Zollino (Tsuḍḍinu), la cui storia antica è legata alla presenza di numerose opere megalitiche: menhir e dolmen, la cui forza ancestrale potrà infondere la forza necessaria ai podisti per affrontare gli ultimi chilometri. Prima dell’arrivo in piazza a Calimera, però, bisognerà attraversare l’ultimo comune.
Martignano (Martignàna), con le sue tradizioni che si tramandano di generazione in generazione, come quello dedicato al tradizionale rito de La Morte te lu Paolinu, l’appuntamento che chiude i festeggiamenti del Carnevale, tra allegoria e rito catartico.
Qui i maratoneti potranno ammirare la magnificenza di Palazzo Palmieri, edificio di impianto cinquecentesco, costruito con funzioni residenziali e difensive e oggi importante polo turistico e culturale.
Superata Martignano, giù verso Calimera, per conquistare il traguardo e la medaglia, ultimo atto di un viaggio indimenticabile.