La maratona

La maratona partirà e si concluderà nella piazza del Sole, nel cuore di Calimera, le cui origini elleniche spiccano anche nel nome, che in griko significa “buongiorno”. Greca è la stele funeraria del IV secolo a.C. che si erge nel verde dei giardini pubblici dando il benvenuto agli “stranieri”, simbolo dell’antica e sacra ospitalità greca, così come la Chiesa sulle cui rovine sorge la matrice dedicata al patrono San Brizio, che si affaccia sulla piazza, pronta a salutare i maratoneti alla fine della loro corsa, all’ombra del campanile puntato verso il cielo come un dito alzato in segno di vittoria.

Lasciata Calimera, i podisti attraverseranno la nobile Martano (Martana), ammirando il Palazzo baronale, un tempo castello aragonese, nobile e severo nella sua facciata seicentesca, e le vie del centro storico in direzione di Carpignano Salentino (Karpignàna), antica come il tempo con i suoi menhir, posta sulla Via Traiana Calabra, un'antica strada romana che costituiva il prolungamento della Via Traiana e collegava Brindisi a Lecce e Otranto. Quarta tappa nel fascino e le origini leggendarie di Castrignano de' Greci (Kastrignàna) per il passaggio alla mezza maratona, dove sull’imponente castello, “fortis indomitu”, troneggia un’iscrizione dal carattere sinistro: “procul Thaumantia proles dulcior cum pulvere palma ne quid invita Minerva (state lontano, figlie di Taumante, la palma della vittoria è più dolce con la polvere, affinché tu non faccia niente contro la volontà di Minerva), che sembra rivolta ai guerrieri-podisti. 

Poi Melpignano (Lipignana), attraversando l’imponente piazza antistante l’ex chiesa e convento degli Agostiniani (un capolavoro architettonico progettato dall’architetto leccese Giuseppe Zimbalo), dove ogni estate si tiene il concertone finale della Notte della Taranta, e piazza San Giorgio, antica sede di un importante mercato, caratterizzata da portici con volte a botte circolari. Tappa successiva l’imponente Corigliano d'Otranto (Choriàna), celebre per il suo Castello de’ Monti “il più bel monumento di architettura militare e feudale del principio del Cinquecento in Terra d'Otranto" e la Porta Sud, denominata Caporta (dal griko cau+porta, "porta sud"), con il motto “Invidia inopia fa”, monito perpetuo agli invidiosi e rancorosi. 

Si prosegue alla volta di Soleto: città di macàre e stregoni, demoni e folletti, alchimisti e illusionisti, uno dei luoghi più magici ed esoterici del Salento e dell’intero meridione. Un gioiello impreziosito dalla splendida guglia alta quasi quarantacinque metri, una torre a pianta quadrata molto slanciata (il lato di base misura appena 5,2 metri), composta da cinque ordini architettonici, impressa sulla medaglia che i maratoneti riceveranno al traguardo. Poi l’arrivo a Sternatia, la splendida Chóra, con il suo campanile che spicca da lontano come un indice in segno di vittoria, tra tracce di un passato antichissimo, chiese e palazzi baronali e la meraviglia del Convento e chiesa dei Domenicani. Lasciata Sternatia i maratoneti proveranno a conquistare Zollino (Tsuḍḍinu), la cui storia antica è legata alla presenza di numerose opere megalitiche: menhir e dolmen, la cui forza ancestrale potrà infondere la forza necessaria ai podisti per affrontare gli ultimi chilometri. Prima dell’arrivo in piazza a Calimera, però, bisognerà attraversare l’ultimo comune: Martignano (Martignàna), con le sue tradizioni che si tramandano di generazione in generazione, come quello dedicato al tradizionale rito de La Morte te lu Paolinu, l’appuntamento che chiude i festeggiamenti del Carnevale, tra allegoria e rito catartico. Qui i maratoneti potranno ammirare la magnificenza di Palazzo Palmieri, edificio di impianto cinquecentesco, costruito con funzioni residenziali e difensive e oggi importante polo turistico e culturale. Superata Martignano, giù verso Calimera, per conquistare il traguardo e la medaglia, ultimo atto di un viaggio indimenticabile.